Come gioco dei falchi i pensieri
piroettano lieti nell’aria
fresca e il sole e il mattino m’assolve
dai miei lisi ricorsi di nebbie
Copre ancora rugiada le basse
vite semplici e argento è nell’erba.
Guardo gli alberi nudi e silenti,
neri intrecci e speranze di foglie
versione inglese
…era così
nessuna strada
scorrevano dune alte tra terre di vigne e la battigia larga
larga
quanto
una corsa lunga
mozza fiato
verso il mare aperto acquamarina lindo
che piede batteva
cento metri e più
prima
che il galleggiare fosse di necessità
per quelli che lo avevano
imparato
che gli altri
se ne tenevano prudenti
ben
lontani
scorrevano dune per chilometri una dozzina e più ed era un gioco
l’estate
dopo ore di bagni
crogiolarsi lì di sole
in tanta rena
anidra
con lo scarabeo sacro e il suo gran bel daffare quotidiano
niente affatto
disturbato
di
noi
così diversi
e lui ai nostri occhi così egizio
e nei giorni di tempesta s’arruffava tutto cielo mare terra un crogiolo
col vento
la sabbia e la salsedine
s’era compagni a braccia aperte convulsi del
gabbiano
che gli elementi dominava…
maestro
d’eleganza
non te la prendere se appiccico ancora ai tuoi piedi le mie lunghe farneticazioni
Me la prendo eccome, soprattutto se sono così belle!
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