Purtroppo senza uscire non posso avere una foto migliore di questa…
Pace inonda comunque il tramonto
luce gialla e respira una brezza.
Gioca un merlo gioioso nell’orto
d’infiniti ricordi un araldo
Sì, viviamo e vivremo nel mondo
pronto a darci perdono e risorse.
Prego Te, mio Signore gentile,
che riempi d’afflati il mio niente
25.IV.2020
afflati
è il paese su d’un altopiano affacciato in pendio ove
come una scogliera
che fossili marini danno per certa esserci stata in tempi remoti
precipita di metri sul piano alluvionale
prima che il mare
distante
lambisca il litorale
che ha rena come il sahara
dirimpetto
oltre il canale nostrum
ebbene
lì
dove l’altopiano precipita
dirupi fanno d’una cava accosta
antica di ere geologiche
un declivio accidentato di massi
con
prudenza
percorribili sino al piano
così
lo scendere dall’alto è breve e veloce
al cospetto delle due carrabili
che han percorsi lunghi e tortuosi e sono d’accesso anche lontani
e
lì
hanno sbocco le acque reflue che tra i massi e i sassi gorgogliando allegramente
d’ossigeno arricchendosi velocemente si ossidano
rapidamente
e non han più odori ma son sempre fanghi melmosi e grassi
per l’irrigazione
ottimi
e al piano giunti sono per questo incanalati
or bene
io che ebbi come imitazione il mio quasi gemello fratello più grande
che
suo malgrado
non sopportandomi
seguivo come ombra segue un corpo
quel percorso tra massi e sassi e acque reflue dall’alto al piano feci più volte
accodandomi alle sue scorribande
unica
femminuccia
tra
molti
maschietti intrepidi compagnoni suoi
così
mi parve naturale
una mattina bellissima di domenica primaverile
che
con
un’amica s’era state alla prima messa
al convento dei francescani
che s’affaccia lì al piano sottostante dominando un bellissimo panorama
d’alberi e colture a perdita d’occhi
fino al mare
lontano
una lingua acquamarina per chilometri che lambisce e fonde il cielo immenso più chiaro
mi parve naturale raggiungere i prati sottostanti esplosi di coloratissime fioriture e
andiamo giù
dissi
avviandomi tra massi sassi e acque reflue come fosse una via comoda
ma che fai
sei matta
è pericolosissimo
mi diceva lei inorridita e preoccupata
ed io
spronandola
ma no
è semplice
l’ho fatta tante altre volte
dai
vieni
venne titubante e incerta e al primo salto tra due massi andò giù fino alla vita nelle acque reflue
ecco… immagino quanto ti sarà stata amica, poi di quello
lol
Rovinò il vestito buono ma era di carattere candido, semplice e affabile e non ce l’ebbe con me ma con sé stessa, mortificandosi per non essere audace, come, erroneamente, le apparivo io.