Tutto nasce già morto, riciclo
di passate pulsioni, di ritmi
che si gonfiano e smorzano, di onde
che nell’onda si annidano e stanno
Ogni alba è un inizio che smonta
nella notte, ogni notte risorge
da solstizio a solstizio e si avanza
celebrandone età provvisorie
Sopra ho un buio risucchio di freddo
e lontano infinito orizzonte
dove il mare quel cielo discioglie
nel mistero assoluto dell’onda
Dentro ho un cuore che pulsa domande
e riverberi delle presenze
che mi fanno, mutando assonanza
di caratteri puri che mischio
Voi vedete una donna, io molti
dentro me, come onde nell’onda,
eteronimi che mi dipingo
in un ciclo che osservo e non fingo
Tutto muore e rinasce diverso
come lampi di luce nell’alba
di svariati colori, di incanti,
di speranze e tensioni. Di sguardi
L’originale inglese è qui
Ama e fa ciò che vuoi:
se taci, taci per amore,
se parli, parla per amore,
se correggi, correggi per amore,
se perdoni perdona per amore.
Sia in te la sorgente dell’amore,
perché da questa radice
non ne può uscire che il bene.
sant’Agostino
(in Ep. Jo. 7, 8)
…l’inverno fu freddo
la vecchia casa coi muri spessi di pietra
le volte alte
le stanze grandi
tutti gli infissi zeppi di spifferi
aveva solo un braciere acceso dall’alba a notte tarda
e il freddo e l’umido
erano
tanto…
in cima ai 500mt nel cuore dei monti iblei
una chiesa madre
un municipio
una caserma dei carabinieri
una scuola elementare
un piccolo ospedale conventuale
15000 abitanti in un paese a pianta esagonale
tutto intorno alla sua piazza centrale
costruito dopo il 1693
noi di casa si era tutti gente di mare…
e si era nel 1946
ancora non scolarizzata
vestivo panni di lana nostrana
un incubo di pruriti
per tutto
l’
inverno
poi la primavera e il risveglio e i tepori del buon sole
…da lì a un anno e poco più ebbi il tifo nel cuore dell’autunno sino a primavera
…il medico era un ospedaliere
giovanissimo
nella sua professione
quanto
competente
viaggiava in spider argento aperta
come nei film americani
noi che si era tutti carrettieri
e a me sembrava un eroe
e invidiosa
di tutti gli amori che gli attribuivano…
salvò me che ero una scricchiola e un’altra già sedicenne
quell’anno
lontano
…quelle stanze alte e grandi
con le suppellettili appena sufficienti per essere abitate
suonano ancora di echi e grida
il pavimento d’una carico di ceste
e una cesta
di olive
tutte verdi
poche
pochissime
nere
mia madre inginocchiata accanto le cerca
le strofina in grembo
le mangia
io
imito
senza strofinare…
saranno state due o tre olive nere
Mi sono sempre chiesta la differenza tra verdi e nere… me la dici?
…è semplice
le verdi
sono le acerbe
delle nere mature…
così le nere sono piacevoli
con moderazione
da mangiare
senza trattarle
le nere si trattano infornandole
così evapora la parte acida
poi si aggiustano di sale
e si strofinano nelle mani unte di olio di oliva
si aggiungono spicchi di aglio schiacciato
peperoncini rossi a pezzetti
semi di finocchio
origano
si amalgama bene tutto
e vanno in boccia
con in cima un tampone di garza imbottito di sale
si consumano dopo un settimana dall’inizio di questa concia
…col tifo
credetti la scuola mi fosse esonerata per sempre
e furono dolori riprenderla
un anno
dopo…
…l’ufficiale sanitario cacciò tutti di casa
furono messi i sigilli agli ingressi
la mia stanza spoglia di tutto tranne del letto e una sedia
autorizzati ad entrare
mia madre
il medico
e una donna che aiutava in casa
con ferree
regole
da
rispettare…
…il sangue bollì nelle vene
e il digiuno consumò tutti i tessuti muscolari
il delirio lasciava sprazzi di coscienza
al mondo intorno vuoto e gelido
alle gambe e i glutei martoriati dagli aghi unici a sostentarmi
caddero i capelli
l’epidermide
morì
così ritornai alla vita mesi dopo
e ripresi a mangiare come un pulcino
pezzettini di carne
cotti a bagnomaria
in succo di limone
e una goccia
d’olio
…la primavera mi accolse a quattro zampe sul pavimento
imbacuccata tutta di lane pungenti
mio padre
ora ammesso ad entrare
mi imbracò in cinghie per farmi camminare eretta
così rimparai
e il tempo buono consolidato
fece
dire
al medico
che sì
potevo anche uscire all’aperto
…e fui
come uccellino al suo primo volo
per le vie del paese
sorpresa
di
tutto
…gli altri di casa poterono ritornare
Un’altra bellissima storia che detta da te pare una fiaba…
…in quegli inverni freddi
nelle serate a lume di lume
attorno al braciere rosso di braci
era mia nonna materna
a raccontare a noi piccoli di casa
e ai nostri compagni venuti apposta
le fiabe
che così bene
sapeva
improvvisare
…quando
il passato più lontano
affiora
come fosse il presente
è segno
che il presente
è sempre più
sul
finire
Oh! Credo tu abbia ragione, sai? Lo dico per me…
…tu sei lontana da questo stato
…scoprii oggi di essere cancellata
Sì… se è ciò che penso (due cancellature) è per rispetto a te. La terza, che è la prima, non l’ho concellata: per rispetto a te…
…presa
pari pari
da un episodio di don matteo
è orfana la donna che ha perso i genitori
vedova quella che ha perso il marito
senza nome
la donna che ha perso una figlia
perché il suo dolore è innominabile…
ma non mi hai persa…
ho commentato alcune tue poesie in inglese, mi accorgo ora che la tua produzione è ricca, vasta, affascinante…leggo le traduzioni per capire, ma poichè tradurre è un po’ sempre tradire, torno con fatica agli originali, nei quali sento l’autentica pulsazione poetica…avrò tempo, un po’ alla volta , per gustarli
Sì… alcune delle mie robe sono nate in inglese almeno come suono e in certi casi le traduzioni perdono molto