…una storia
narrata di minuti affanni
affollata
di
silenzi
pone
domande che non hanno
risposte
ma
orizzonti
tanti
quanti sono i lettori non è
la mia storia
…una storia
narrata di minuti affanni
affollata
di
silenzi
pone
domande che non hanno
risposte
ma
orizzonti
tanti
quanti sono i lettori non è
la mia storia
…la mia storia è questa
ebbi un compagno di scuola
l’anno della maturità
bravo vignettista
dalla mano precisa
senza
ripensamenti
bastava proporgli un tema e
velocissimo di tratti
la vignetta era realizzata
o la striscia
se il tema aveva più sviluppi
era bello assai
tra tutti noi di classe
era l’unico che vivesse in pensione
per via che la casa paterna
in un piccolissimo villaggio di pescatori
non aveva collegamenti idonei
con la scuola
per viaggiare
quotidianamente
così
questo fatto
lo lasciava apparire ai miei occhi come
più maturo
di tutti noi altri della classe
già
uomo
e io….
…e io ne ero affascinata
…le mie storie sono tutte così
prive d’affanni e sottintesi
non hanno lettori
a cui accendere orizzonti di domande
e turbinii
d’infinite risposte
appena
appena
accennate…
come prove feconde d’autore
…d’un autore la storia ha protagonista le vetrate
e primi piani ombrati da quelle
così che non ciò che si racconta
ma come lo si racconta
importa
che quello che si racconta è semplice
e
le vetrate
turbano
esasperando
il
semplice…
delusa d’un amore finito
rivelatosi solo quello di un libertino
scappa
nella notte col cuore spezzato
e si rifugia
distrutta
dove
al bancone d’una tavola calda dalle grandi vetrate
tutte
scritte
che la fotografano di primi piani agli occhi dell’autore e
sporca di labbra d’un gelato offertale
da
un bellissimo a servire
s’addormenta
riverso
il capo
con una guancia sul bancone
e il viso esploso in quelle labbra sporche carnose rosse invitanti
così che il belloccio delicatamente baciandola
la ripulisce
finge di dormire e poi sparisce migliaia di chilometri altrove
trova lavoro
dove
in due diverse tavole calde
una di giorno e
l’altra
di notte
che l’insonnia l’avrebbe fatta ammattire
e le vetrate continuano ad essere agli occhi dell’autore
lei vive del ricordo di quel bacio e
dopo un anno
si risiede
al bancone del belloccio
si riaddormenta le labbra sporche di gelato
e abbraccia
il
bacio
puntualmente rinnovato